Ancora su politica e partiti

Louis Althusser concludeva un suo libro del 1978 con la domanda: "che cos'è la politica?" E rispondeva: "il problema è che parlare di ciò che può essere la politica significa dare il proprio giudizio sul partito. Ora, che si fa sul partito, se non c'è la politica?"
Politica e partito dunque si rimandano; se manca il partito manca la politica.

Vero che oggi si parla di crisi della politica, ma la crisi dei partiti ne è pars determinante. Chi è contro il partito (magari perché lo considera scioccamente un retaggio addirittura ottocentesco) è un antipolitico.
L'antipolitica è nella sinistra prima ancora che in movimenti tipo i 5Stelle. Questo è una conseguenza, non la causa della crisi.
E' quella che un sociologo della politica come Burnham ha definito la "politica della depoliticizzazione", l'ossessione di superare l'"approccio partisan" per lasciare le decisioni ai competenti, ai tecnici, ai tecnocratica, a governi impolitici.
Un autentico democratico non può essere contro i partiti.
Come per altro dice esemplarmente bene l'articolo 49 della "costituzione più bella del mondo".

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