Ancora su Trump

Mentre il Corriere della Sera ha rimarcato la "rivoluzione operaia" che ha portato alla vittoria di Trump, che ha preso voti soprattutto nelle zone produttive che più hanno subito la crisi dal 2008 in poi (cioè in stati come il Michigan, Wisconsin, Pennsylvania ecc.), Fabrizio Tonello ha invece sottolineato due dati: primo che la Clinton ha comunque preso più voti di Trump e che solo "l'antidemocratico sistema elettorale" americano la ha fatta perdere, secondo che ha mancare è stato piuttosto il Partito democratico. Certo la candidata era debole (di Trump non parliamo proprio) ma appunto il problema era più generale, della sinistra USA, anche quella più moderata.
Dunque la vittoria di Trump ha dietro tante cose: crsi economica, crisi sociale, crisi di sistema democratico (il fatto solo che siano stati selezionati due candidati come questi), crisi politica della sinistra.
Al riguardo Tonello scrive: "il partito oggi non ha leader, non ha programma, non ha una visione del mondo su cui riconquistare la maggioranza degli americani". Un discorso che evidentemente vale anche per l'Europa.
Anche le cause della crisi politica sono infatti le stesse, Clinton prima Obama poi hanno accettato tutto della globalizzazione e del neoliberismo, compromettendo la base sociale di riferimento lasciata preda delle suggestioni populiste e ad un dipresso xenofobe e demagogiche.
Il "blairismo frou frou" ha fatto vittime di qua e di la dell'Oceano, sulle isole e sul continente, ancora qualche altra socnfitta e poi qualcuno comincerà a trarne le conseguenze. Gli elettori comunque l'hanno già fatto da tempo, in Europa e ora anche in America.

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