Il sistema dell'anti-sistema. Su Trump

Lucia Annunziata a commento della 'sorprendente' vittoria di Trump nota che essa avviene in un'America in cui il reddito medio dopo la crisi è caduto a livelli drammatici (non rimediati dalla recente ripresa) e le diseguaglianze sono esplose. Dunque: più povera e più ingiusta. Questa la realtà negli USA, in Europa, ovunque. Non sorprende dunque la vittoria dei populisti. Anzi.
Non a caso Trump vince maggiormente negli stati più industrializzati, prende cioè proprio i voti dei lavoratori e dei disoccupati, dei neri.
Per altro, aggiunge Annuziata, la vittoria di Trump segna "l'esplosione  del sistema dei partiti americani - quello democratico che ha perso voti della sua tradizionale base sociale, e quello repubblicano che sulla base del calcolo di interessi della sua tradizionale base ha preso le distanze da Trump".
Dunque una crisi di sistema in piena regola, come attestato anche dalla qualità assolutamente scadente di entrambi i candidati.
La conclusione di Annunziata è che l'outsider Trump significa qualcosa di ancora inedito in una democrazia occidentale: "è la prima affermazione di un movimento anti-sistema che porta un suo leader al vertice".
In campana nell'Italia dei 5Stelle e nella Francia della LePen!
Da segnalare anche un Bersani sorprendentemente 'radical'. In un'intervista sostiene: "secondo me Sanders avrebbe vinto". Basta con la "sinistra blairiana", con la "terza via", con il "frou frou blairiano".
 

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