"Politica globale"

Ugo Intini ha pubblicato un articolo con il quale dialoga con Ezio Mauro, che su Repubblica è andato "cercando la sinistra". Sostiene di non condividere "i rimedi" alla crisi proposti da Mauro, in pratica la riproposizione dello schema della giunta comunale di Milano: PD+sinistra radicale. Ma l'alternativa proposta da Intini è poi così diversa da quella di Sala?
Prima delle soluzioni politiche, vediamo però l'analisi svolta da Intini. E' la parte più condivisibile del discorso: di fronte alle sfide della globalizzazione occorre proporre una "politica globale", difendere il progetto di una unione politica europea, confidare nella lungimiranza del nuovo segretario generale dell'Onu il portoghese Guterres ecc. Altrimenti dice, trionfa l'antipolitica, che poi è il correlato del fatto che da dopo il 1989 non solo è venuto meno il comunismo, ma anche il socialismo, la sinistra e addirittura la politica, avendo il liberismo trionfante imposto una sorta di "privatizzazione della politica" o "politica minima". Trump vince anche per questo, perché la sinistra non rappresenta più "i perdenti della globalizzazione" e questi si rivolgono all'arcimiliardario che però mostra di contrastare proprio il liberismo e la globalizzazoine (vedi la scelta di bloccare i trattati di libero scambio in Asia e prevedibilmente in Europa).
Ma dentro questo quadro quali proposte politiche? Intini dice di non volere più il vecchio schema dell'Ulivo, ma di volere un nuovo rapporto fra destra e sinistra, come in Europa con il consensus fra Socialisti/democratici e Popolari, rispolvera addirittura Togliatti e De Gasperi alla Costituente. Si dice altresì contrario al "bipolarismo", al "maggioritario" e alla alternativa fra "sinistra e destra".
Insomma tutto il vecchio armamentario di 50 anni di politica italiana.
Gratta gratta il socialista viene fuori il trasformista.
L'alternativa fra Intini e Mauro è quella fra la zuppa e il pan grattato.

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