Crisi italiana 2)

Secondo i dati del rapporto annuale Istat, dieci anni ormai dalla crisi del 2008 hanno profondamente mutato il panorama sociale. Sotto il fuoco non è solo la classe operaia, ma settori sempre più ampi del ceto medio. Ormai l'appartenenza di classe non è più determinata in modo univoco dalla collocazione sociale. Ad esempio il reddito percepito non basta più a distinguere classi diverse. La pauperizzazione della borghesia in questo senso è sintomatica.

Ora con tutto questo c'entra direttamente l'entropia subita dal lavoro. La caduta di potenza e centralità economica, sociale, persino culturale.
La precarizzazione del lavoro (che riguarda anche in questo caso sia la tradizionale classe operaia, sia ampi settori di borghesia) e la crescente diseguaglianza che fra chi più ha e quanti hanno poco e sempre meno sono i due termini di massima del problema. L'Istat chiama sintomaticamente "quinto stato" il punto d'incontro regressivo fra "precarizzazione degli operai e proletarizzazione del ceto medio". A cui deve aggiungersi l'aumento esplosivo della povertà assoluta e di quella relativa (in tutto circa 13 milioni di persone).
La destrutturazione del lavoro e del suo 'mercato' data ormai dalla seconda metà degli anni '90. Dai tempi del famigerato pacchetto Treu, con il quale il centro-sinistra di Prodi ha cominciato a dare il peggio di se stesso, tradendo i propri valori e il proprio elettorato di riferimento e preparando la strada tanto all'astensionismo crescente, quanto a forme di ripulsa che hanno trovato sfogo nell'antipolitica e in seguito nei 5 Stelle.
Il presente viene da lontano.
Così si spiega appunto il diffuso impoverimento, la crisi dei consumi e dunque della domanda interna, la crisi della sanità dovuta proprio all'impossibilità crescente di pagarsi le cure; lo stesso crollo della nascite viene da lì.
Una alternativa manca da sinistra. Va dato atto che la CGIL, almeno, ci ha provato proponendo un piano straordinario per il lavoro.
Il centro-sinistra deve trovare la forza di superare i suoi limiti storici. Un'aporia, a ben vedere. per questo ci vorrebbe una sinistra.

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